Gli OTT devono essere soggetti alle stesse regole dei broadcaster
ll 13 luglio scorso si è tenuto a Roma il dibattito sul Mercato Unico Digitale Going Local 2015 nel quale è intervenuto il Commissario Agcom Antonio Preto, annunciando che la Commissione sta procedendo con il processo di ReFit della Direttiva SMAV (Servizi di media audiovisivi senza frontiere): «un testo che già dopo 5 anni è molto vecchio», ha detto Preto. Vecchio per il fatto che «nel mercato unico digitale, – ha continuato Preto – la televisione tradizionale non può restare l’unico media regolamentato. E i giganti del web non possono più rimanere fuori dalle analisi di mercato. D’ora in poi, le regole non potranno che riferirsi a tutti gli attori in campo, ma considerandone allo stesso tempo l’influenza sui mercati nazionali ed europei. D’altra parte, il settore audiovisivo è percorso da due macrotendenze che ne stanno alterando i confini e gli equilibri: la convergenza e la globalizzazione dell’offerta dei contenuti». Preto ha perciò sottolineato che il consumo di contenuti audiovisivi online rappresenta ormai quasi la metà del traffico complessivo sulle reti broadband e ultrabroaband. «I contenuti online sono creati da una molteplicità di player: non più solo broadcaster, editori e major ma anche OTT e semplici utenti – i cosiddetti prosumer. Ecco perché la convergenza tecnica dei media richiede una regolamentazione uniforme con un approccio olistico». E dunque, secondo il Commissario Agcom l’approccio della Commissione europea che va verso una profonda modifica dell’intero quadro normativo, creando un vero campo di gioco unico, è più che adeguato.
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