HD Forum Italia ha concluso a Expo Milano il suo programma Eventi 2015 con un talk show bello e vario che ha toccato i molti aspetti che ruotano attorno alla televisione del presente e del futuro.
Magistralmente condotto da Emilio Carelli, editorialista di Sky, il talk show ha fornito ai presenti e a chi assisteva da casa – grazie alla diretta streaming assicurata dalla Direzione Strategie Tecnologiche della Rai – un interessante, articolato, per quanto veloce, volo di ricognizione sullo stato dell’arte dell’industria televisiva, dalle tecnologie ai sistemi di distribuzione e a contenuti che l’Expo milanese ha posto all’attenzione del mondo: quelli riguardanti un’alimentazione salutare e sostenibile.
Nel 2020, in tutto il mondo, ci saranno un miliardo di televisori connessi alla rete. Una cifra che oggi sembra fantasiosa, ma che invece è del tutto plausibile se si considera l’elevatissimo tasso di evoluzione che sta interessando il mercato televisivo. È uno dei numeri, probabilmente il più eclatante, che John Ive, Director of Technology and Strategic Insight dell’organismo internazionale IABM (International Association of Broadcasting Manufacturers), ha offerto alla platea di “Conoscere ed informare il pianeta“, il talk show organizzato da HD Forum Italia in collaborazione con la Repubblica di San Marino, venerdì 25 settembre all’interno di Expo Milano. Quarto appuntamento pubblico dell’associazione, nel corso del 2015, dopo l’incontro all’Expo Gate di Milano centro a marzo, il Workshop HbbTV e la Conference a San Marino, entrambi in aprile. «Questa è un’epoca di cambiamenti come nessun’altra prima», ha specificato Ive nel suo denso intervento. Un’epoca in cui la concorrenza tra la televisione lineare e la pay TV da una parte e gli OTT dall’altra è già entrata nel vivo, al punto che l’interesse del consumatore verso la qualità dei servizi e la loro accessibilità pareggia ormai quello sulla qualità dell’immagine, sempre più immersiva grazie alle tecnologie HD e UHD.
Broadband contro broadcast? Non precisamente. Se Ive prefigura che il televisore (connesso) sarà in un futuro più o meno prossimo simile a un tablet ricco di applicazioni per vedere i programmi preferiti, c’è invece chi si è dichiarato ecumenico: ad esempio, Marco Pellegrinato, vice presidente di HD Forum Italia e direttore della Ricerca e Sviluppo di RTI – Gruppo Mediaset, si è chiesto: «Perché l’uno dovrebbe escludere l’altro? Agli inizi degli anni 80 c’era chi prefigurava l’estinzione della radio a fronte dell’invasione della videomusica. Oggi la radio gode invece di ottima salute». Insomma, nessuno verrà escluso, vinceranno la coesistenza e l’integrazione tra piattaforme di distribuzione. «Ricordo che si scommetteva sulla fine della televisione via satellite con l’arrivo del digitale terrestre» ha rincarato Renato Farina, AD di Eutelsat Italia. «Scommessa persa. Il satellite è un’infrastruttura valida, potente, pronta per trasmettere il 4K ed anche per portare Internet ovunque. Volendo, anche i contenuti di Netflix».
Comunque sia, il fenomeno degli OTT ha impresso negli editori della televisione lineare e pay un forte trend a riposizionarsi come media company, interessata alla distribuzione dei contenuti su tutte le piattaforme possibili. La concorrenza oggi si gioca sulla multicanalità. Luigi Rocchi, direttore Qualità e Pianificazione della Rai e vice presidente di HD Forum Italia, ha specificato che l’impegno del servizio pubblico è infatti concentrato su tre precisi paradigmi: «Tecnica digitale, distribuzione e contenuti».
Quel che salta agli occhi degli insider è invece una regolamentazione che non è uguale per tutti. Giacomo Mazzone, direttore Relazioni Istituzionali UER-Unione Europea Radiodiffusione, ha infatti detto che sono saltati tutti i criteri del passato in termini di concorrenza anche da un punto di vista normativo: se l’UE impone agli editori e ai broadcaster regole più che stringenti, il Nord America – regione da cui provengono gli OTT più agguerriti, Netflix in primis – è molto più indulgente, specie in materia fiscale. E poi «esiste il rischio – ha continuato Mazzone – che lo spettro radioelettrico riservato alla televisione – su pressione di molte telco americane ed europee – venga ridotto di un ulteriore 30% in favore del traffico dati». Quello attuale è un campo da gioco fortemente squilibrato, insomma, a favore dei nuovi entranti OTT. Occorre perciò esercitare la migliore diplomazia per sensibilizzare le istituzioni europee affinché si trovino compromessi accettabili in entrambe le sponde dell’Atlantico e per tutti gli attori del panorama dell’audiovisivo.
Si diceva: all’Expo si è parlato anche di contenuti, specie quelli relativi all’alimentazione. Ovvero, la rappresentazione del cibo in TV. HD Forum Italia ha perciò voluto affrontare l’argomento nell’incontro all’Expo scegliendo parole come emozione, conoscenza, consapevolezza. Termini inusuali per un’associazione dedicata alla tecnologia. Benito Manlio Mari, presidente di HD Forum, ne ha spiegato il motivo: «La tecnologia è qui intesa come “abilitatore” dell’informazione ed anche della sua spettacolarizzazione». Tecnologia al servizio, dunque, della divulgazione sulla sostenibilità.
Ma non sarà che la fluviale presenza dei cuochi in televisione sposti la mira verso lo spettacolo a scapito dell’educazione? Non è di questo avviso Antonello Circiello, chef e volto abituale in TV, nonché membro della governance della Federazione Italiana Cuochi: «L’Italia è il Paese della biodiversità. Per esempio: esistono centinaia di tipi di pomodori – ha detto – Chi meglio dei cuochi è in grado di insegnare questa diversità? E quale strumento, ancor più e meglio della TV, ha il potere di raggiungere un gran numero di persone contemporaneamente? Un pubblico informato è in grado di scegliere meglio al momento della spesa». Questa considerazione fa il paio con l’affermazione di Emanuele Valli, direttore generale dell’Azienda di Stato per i Servizi Pubblici della Repubblica di San Marino: «Alimentarsi non equivale a nutrirsi, perché significa scegliere e quindi conoscere. La televisione ha la facoltà di insegnarci a conoscere».
«Credevo fosse il secolo del sesso ed invece è quello della cucina». Giancarlo Briguglia, autore e blogger di Rai Expo, ha citato il salace Paolo Poli, per esprimere il suo punto di vista sull’Esposizione Universale e la comunicazione on e off line organizzata per il grande evento. «Penso che l’Expo abbia spalancato definitivamente una porta già generosamente aperta. L’Expo è stata una scintilla per parlare del cibo anche come immagine e come emozione». Appunto. E di emozioni forti è intriso Masterchef, format televisivo di Magnolia, diventato fenomeno di costume, focalizzato sulla competizione. Alessandro Tedeschi, che ne è il produttore esecutivo, ha specificato che il successo è dovuto al fatto di aver messo il cibo al centro della narrazione. Ma non sarà il caso, ha incalzato Carelli, che – alla luce del messaggio dell’Expo – Masterchef affianchi allo show messaggi educativi per un uso responsabile del cibo? «Coniugare la competizione ai fornelli con la sostenibilità alimentare è una sfida che accettiamo volentieri. Appesa in redazione c’è già la Carta di Milano (documento di impegno collettivo sul diritto al cibo, ndr) come pro-memoria».
HD Forum Italia dà appuntamento per la sua Conference al 2016, anno importante, perché in esso cade il suo decimo genetliaco. Data e luogo saranno annunciati quanto prima. Il presidente di HD Forum Italia ha però anticipato che ospite speciale dell’evento sarà l’organismo internazionale SMPTE (Society of Motion Picture and Television Engineers), che compie un secolo e che 25 anni fa ha stabilito anche una sua sezione italiana.